sabato 24 luglio 2010


DONNE E LAVORO: L'ITALIA E' SEMPRE IL FANALINO DI CODA N EUROPA...

...solo il 46% ha un impiego, il 27% abbandona dopo il primo figlio. Fanno fatica a trovarlo e spesso lo perdono dopo il primo figlio: è un rapporto complicato quello delle donne con il lavoro, ancor più complicato quello con il non-lavoro. La ricerca di Manageritalia su dati Istat e Isfol parla chiaro: nel nostro Paese solo il 46% delle donne ha un impiego. Di queste, il 27% lascia il posto dopo la prima gravidanza. Un altro 15% non rientra dopo il secondo figlio. Una situazione che non trova eguali in Europa.

DIFFICOLTÀ - I motivi sono sempre gli stessi: le difficoltà a conciliare la nuova organizzazione famigliare con il lavoro, in una situazione in cui la gravidanza ha ripercussioni negative sulla carriera che, dopo la nascita di un bambino, o si ferma o addirittura regredisce. Eppure quella italiana è una delle legislazioni più all’avanguardia rispetto alla tutela della maternità: le norme ci sono, evidenziano gli addetti ai lavori, la difficoltà è tutta nell’applicarle soprattutto in quella zona grigia che non è una violazione palese delle norme sulla discriminazione: donne e mamme costrette a uno slalom impossibile tra norme, diritti e vessazioni e soprusi più o meno velati da parte dei datori di lavoro. Le donne che subiscono discriminazioni a causa della maternità non ne parlano volentieri e non sempre denunciano. La penalizzazione sarebbe talmente ricorrente da essere ritenuta la normalità dalla maggioranza delle donne che lavorano.

PROGETTO CONCRETO - A non rassegnarsi sono le donne di Manageritalia né quelle de La Casa Rosa. Insieme stanno lavorando all’iniziativa "Un fiocco in azienda": un progetto che coinvolge lavoratrici e aziende sia sul piano della salute che sul piano del rientro al lavoro per le neo-mamme. In quelle aziende che aderiranno, le lavoratrici verranno "accompagnate", se lo vorranno, nell’esperienza della maternità e potranno avere consulenze gratuite presso La Casa Rosa, tra l’altro per prevenire la depressione post-partum. Si chiede, invece, alle aziende di mettere in atto alcuni semplici comportamenti: mantenere un contatto costante anche con le dipendenti in maternità per non farle sentire "fuori", corsi di formazione anche durante il congedo fino all’integrazione dello stipendio durante i mesi di astensione facoltativa.

Nessun commento:

Posta un commento