la faccia a questo paese" (Maria Bashir)
A lei toccano quasi tutti i crimini, cerca di essere sempre imparziale ma sa che per le donne di Herat è un'eroina. Maria è impegnata anche in un progetto per aiutare e seguire le donne che hanno subito violenze. La condizione femminile nel paese versa ancora in una situazione molto grave, aggiunge, «e ciò lo dobbiamo a due motivi: il primo è l'impoverimento culturale. Le donne non sanno che godono di diritti intoccabili. C'è una grande discriminazione, soprattutto nelle aree rurali dove la donna è considerata un essere inferiore. Il secondo motivo è la povertà. Spesso in diverse famiglie le figlie vengono vendute per denaro. Molte ragazze reagiscono con il suicidio o sfigurandosi».
In effetti in Afghanistan l'analfabetismo tra le donne sorpassa l'80% e la mortalità durante il parto è la seconda più alta del mondo.
In tribunale raccontano che Maria conservi sempre una fredda neutralità, qualunque sia il reato. «Da noi il codice prevede una pena dai 10 a 16 sedici anni per chi commette stupro. Ma se la vittima muore allora è la pena di morte. Non sono spietata, applico solo la legge». L'ufficio di Maria ha già condannato 1.800 persone nel 2009, 2.200 persone condannate per vari crimini da quando è procuratore generale. Ma quante donne? «Centoquaranta» dice senza marcare la differenza. Lei osserva la legge, nulla di più. «La situazione sta gradualmente migliorando – osserva mentre si congeda - ma l'istruzione, ripeto, l'istruzione è la chiave per cambiare la faccia a questo paese».
[tratto da un'intervista al Sole24ORE]